Escursione eccezionale questa d’oggi, parco il numero dei presenti. Luce soffusa giusta per immagini fotografiche. Nel Gruppo … buon rapporto “persone-parole”.
Dallo Stazzone (o Stazzalone, largo spazio, tra alti colli, ricovero di greggi ed armenti dalla notte dei tempi), nasce di fatto Il “Rio Fiume”. Qui il torrente si distende e allarga, mostrando le sue fresche e limpide acque, qui portate dal Fosso di Monte Janni, suo affluente di destra, dall’ampio impluvio che va dalle Greppe del Monte della Graziola alle pendici del Monte della Tolfaccia. Convergono ancora nella valle, ad incrementare il Rio, affluenti e rigagnoli di sinistra quali il Fosso del Lascone, calante giù dal Casale di Femmina Morta e dal Fontanile della Nocchia, il Fosso del Vallone in forte picchiata dall’altura della Casermetta Forestale.
Il Rio Fiume una volta navigabile dalle piccole imbarcazioni, servì presumibilmente quale mezzo di comunicazione alle maestranze etrusche per trasportare il minerale di ferro dai Monti della Tolfa verso i porti di Pirgy e Punicum. Nelle colline retrostanti, importanti toponimi ricordano ancora l’industria metallurgica etrusca: il Ferrone, il fosso Magnaferro.
Il territorio percorso dall’odierna escursione fu sotto dominio di antiche popolazioni, Sicani ed Aborigeni che, poco più a sud verso il Sasso, eressero Agilla, talvolta confusa con Caere. Città dei “Tirreni”, più tarda di cinque o sei secoli.
Il vallone di Rio Fiume è oggi attraversato da cieli di nuvole rigonfie, che si passano la mano, sospinte da venti australi giù dall’azzurro mare.
Occorre far presto per rientrare intorno alle tredici, prima che Giove pluvio prenda il sopravvento. Ma fossi relitti, vittime e preda di boscaioli speculanti, che del periodico taglio del ceduo ne hanno tratto profitto e fatta piazza pulita del bosco più bello, provocando violenti “tsunami fluviali”, nelle estemporanee piene, ci rallentano il passo
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Alvei stravolti, sentieri smottati, enormi macigni di traverso, tronchi sradicati trasportati a valle come fuscelli, il tutto ad ostacolare il nostro cammino.
Vanì, 13-01-2013